Uno dei grossi capitoli delle malattie oculari è la degenerazione maculare nei diversi suoi aspetti (forme senili, forme secondarie a diabete o a vasculopatie). Le forme cicatriziali (quindi secche) non hanno possibilità terapeutica mentre le forme cosiddette umide (caratterizzate cioè da una perdita e accumulo di liquido sotto o internamente alla retina) lasciano spazio terapeutico che, se non risolutivo, può essere almeno migliorativo o stabilizzante.
Recentemente sono balzati all’attenzione degli oculisti alcuni farmaci chiamati anti-VEGF (Avastin, Lucentis , EYLEA E Macugen) che bloccano la perdita di liquido dai vasi e la crescita di vasi non desiderati. Selezionato il farmaco più indicato, ne viene iniettata una piccolissima quantità all’interno dell’occhio colpito. L’iniezione viene effettuata in sala operatoria con tutte le precauzioni di sterilità, in quanto il maggior rischio di questa terapia è rappresentato dalla possibilità (peraltro assai bassa – 1 caso su OLTRE 1000) di un’infezione intraoculare.
L’effetto si ottiene dopo 7-10 giorni ed è valutato tramite esame OCT. Il protocollo prevede un ciclo di 3 iniezioni a distanza di 30-40 giorni. Un effetto positivo si riscontra in quasi il 90% dei casi, con miglioramento della visione o quanto meno stabilizzazione della stessa, in relazione alla gravità della malattia in atto.
Gli edemi retinici secondari a patologie vascolari (trombosi, diabete ) od infiammatorie (uveiti) vengono anche trattati con iniezioni intravitreali di un particolare cortisone (tioftal) o con l’inserimento di una capsula sempre di cortisone (ozurdex) a rilascio prolungato di 6 mesi. I risultati nei casi aggrediti velocemente sono spesso insperati, dove un tempo non esisteva possibilità di terapia alcuna