Le malattie della retina. Cos’e la retina? Chirurgia della retina
Il nostro occhio è composto da una parte ottica (che convoglia luce e immagini) e una parte sensitiva (che deve ricevere, elaborare e trasportare al cervello luce e immagini). La retina è la “pellicola” dell’occhio, un tessuto nervoso composto da cellule che ricevono l’immagine e la trasformano in segnale elettrico che viene convogliato alla corteccia cerebrale attraverso i nervi ottici. La retina essendo un tessuto nervoso non ha purtroppo la possibilità di rigenerarsi e qualsiasi danno è definitivo.
C’è un’importantissima parte della retina, quella centrale, chiamata macula, dove cade l’immagine quando fissiamo qualcosa di piccolo con lo sguardo. Quando questa piccola zona di retina è alterata, non si riescono più a vedere le cose in maniera ben distinta, nè si riesce a leggere se non caratteri molto grandi: a volte è come avere uno schermo che ci impedisce di vedere la parte centrale di un oggetto. Le malattie che colpiscono la macula sono soprattutto dovute a un invecchiamento della retina in soggetti predisposti e con l’aumentare dell’età media della popolazione sono in costante progressione numerica.
Oggi vi è la possibilità di una diagnosi precoce e di terapie spesso efficaci, sebbene non tutti i casi possano essere trattati. Alcune patologie possono essere curate con la chirurgia attraverso una vitrectomia (membrane epiretiniche-pucker, membrane neovascolari in alcuni stadi, fori maculari). In pratica, si entra nell’occhio con un minuscolo strumento che seziona ed aspira il gel vitreale fino ad arrivare sulla superficie retinica. Qui si può asportare una sottile membrana (ialoide) che riveste la retina e che è causa della formazione dei fori maculari o delle membrane epiretiniche (pucker). Sempre con una vitrectomia si possono asportare in casi selezionati delle membrane neovascolari sotto retiniche, o si possono riaccollare delle retine staccate dove non sia possibile un intervento per distacco di retina eseguito dall’esterno dell’occhio.
Gli interventi di vitrectomia sono molto tecnici e molto appassionanti per i chirurghi, anche se hanno una certa percentuale di complicanze, a volte anche importanti (sanguinamenti, distacchi di retina secondari con proliferazione di membrane, ecc.) che ne limitano le indicazioni a casi selezionati. L’evoluzione delle tecniche diagnostiche in nostro possesso (angiografia con fluorescenza o con indocianina, OCT, microperimetria) ci permettono una diagnosi accurata e ci aiutano notevolmente nell’indicare o meno al paziente l’operazione chirurgica.